venerdì 3 marzo 2017

I ROTHSCHILD AIUTARONO LA FUGA DI CAPITALI DALL'ITALIA

Articolo del 4 novembre 1992 de 'La Repubblica'

 ROTHSCHILD AIUTO' LA FUGA DI CAPITALI'

ZURIGO - Non bastava l' indagine "mani pulite" avviata con successo dai magistrati milanesi, a gettare un' ombra di pesantissimo discredito sul sistema politico, istituzionale ed economico del nostro Paese. Ora, a gettare ulteriori dubbi sull' immagine esterna dell' Italia contribuisce anche un' altra, per ora ancora incerta vicenda. Si tratterebbe di una sorta di Tangentopoli estera, che vedrebbe coinvolti in pari misura operatori finanziari italiani e grosse, compiacenti società finanziarie straniere. Un nome prestigioso Nel caso specifico, rimbalzato ieri sulle agenzie di stampa, uno dei nomi più prestigiosi della finanza mondiale, la Rothschild Bank, avrebbe aiutato la fuga di massicce quantità di capitali dall' Italia. L' istituto di credito, secondo quanto rivelato al "Wall Street Journal Europe" da Juerg Heer, un ex-direttore della banca, si sarebbe occupato di creare una rete di imprese "finte" fuori dall' Italia per consentire a imprenditori nostrani di mascherare i loro beni e quindi di evadere le tasse. I sistemi usati - secondo quanto riferito nell' articolo - sarebbero stati i più classici: e cioé in primo luogo la creazione di società fantasma e di cosiddette "scatole cinesi", all' interno delle quali avrebbero figurato non pochi prestanome, per lo più fittizi. Secondo Heer, le operazioni in questo senso sarebbero state avviate nel ' 76, e poi gradualmente scemate dall' 85 all' 87. Le imprese create in quest' ambito avrebbero controllato, a un dato momento, dai 20 ai 30 miliardi di franchi svizzeri in titoli. "Non sono stato il solo a beneficiare di questo sistema", ha detto Heer, ammettendo di aver intascato circa 20 milioni di franchi in commissioni. Il prestigio del nome Rothschild, ha aggiunto Heer, assicurava una copertura più che sicura. Si tratta di accuse pesanti, ma permangono tuttavia dei seri dubbi sull' attendibilità della testimonianza di Heer. Il direttore è infatti sottoposto a indagine per un possibile caso di frode nei confronti della banca. Arrestato a luglio, e in seguito rimesso in libertà, Heer avrebbe fornito delle informazioni false ai revisori e al consiglio della banca. Alcuni crediti non sufficentemente coperti, erogati dal dipartimento di Heer, costrinsero la commissione bancaria svizzera a chiedere alla Rothschild Bank di procedere a un immissione di nuovo capitale nell' ordine di 250 milioni di franchi. I fondi vennero forniti dalla consociata londinese dell' impero Rothschild, che ora controlla anche la filiale di Zurigo. Quando si svolsero gli avvenimenti la banca svizzera era infatti amministrata da Elie De Rothschild, meglio conosciuto per il suo vino Chateau Lafite Rothschild. Ma dopo la presunta frode di Heer il controllo passò al ramo inglese della famiglia. False informazioni Un consigliere della banca svizzera, Peter Hafter, ha intanto detto di non aver informazione alcuna riguardo a false informazioni sulla reale struttura proprietaria di imprese. Tuttavia la banca "si occuperà di indagare nella vicenda, e per il momento non ha altro da aggiungere" ha detto Hafter. Dal canto suo Heer ha aggiunto, in un articolo sul quotidiano Sonntagszeitung, che se la Rothschild non vorrà "patteggiare" con lui si riserverà di fare altre rivelazioni.
GIANFRANCO MODOLO

1 commento:

  1. Mi viene in mente Celine quando diceva che ovunque si girava vedeva un EB... Ho lo stesso problema anche se qui si camuffano da orientali .Meglio l'esilio che Poletti .Sento LA nostalgia di Adolfo e Benito se cifossero tornerei subito senza pensarci

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